Le spedizioni di un ricercatore

Tutti i miei viaggi, le mie spedizioni, come mi piace chiamarle con un poco di enfasi, non sono mai state pretenziose e neppure organizzate con team di ricerca o con esibizione di mezzi.  Sono viaggi da fare con il più basso profilo possibile, mettendosi poco in evidenza e soprattutto non mettendosi mai troppo al centro dell’attenzione. Darsi la possibilità di seguire tempi ed itinerari colti sul posto, seguendo a volte indizi e intuizioni del tutto personali e spesso decisamente discutibili.

Questo significa che è impossibile viaggiare con molte persone e soprattutto fare chiasso: ogni luogo ha bisogno di rispetto e silenzio, in ogni luogo vi sono ascolti differenti, linguaggi unici che a volte parlano solo in quel momento. Se non cogli quel sussurro probabilmente non sarai più in grado di trovarlo.

Ogni viaggio, anche a pochi chilometri di distanza dalla tua abituale casa è l’incontro con una serie di variabili e tanto più ti inoltri nelle profondità della tua memoria e della tua sensibilità, tanto più emergono sincronie che interagiscono con il tuo viaggio; e non sto parlando di leggere sensazioni, ma di fatti reali, particolari coincidenze, episodi a volte bellissimi, a volte decisamente pericolosi

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