Paura africana

Molte persone non si rendono conto che crisi in occidente significa disastri umanitari in altre aree del pianeta, dove sono centinaia di milioni, forse miliardi le persone che vivono in condizioni inaccettabili anche ai tempi di Giulio Cesare. Questo è il progresso?
Se noi ricchi occidentali ci preoccupiamo della crisi e dobbiamo risparmiare sul secondo telefonino o non possiamo andare in ferie tre settimane, ma solo due, oppure non ci possiamo permettere le lezioni di tennis o di nuoto ai figli, significa che nel cosiddetto “terzo mondo” vi sono certamente milioni di persone che muoiono di stenti e malattie. L’Africa è sempre di più un mercato e un contenitore di risorse da sfruttare e le nostre crisi, che forse cominciamo a comprendere non sono errori di calcolo economico, bensì mancanza etica dell’uomo occidentale; inaspriscono e contaminano coloro che non hanno le risorse per difendere eccessivi agi e tenore di vita alto.
L’Africa diviene così un luogo ove il nostro immaginario colloca gigantesche ed irrefrenabili epidemie di aids, ove tutti hanno qualche contaminante che altrove è stato debellato. L’Africa è il luogo dei conflitti incomprensibili, delle stragi tribali, dei dittatori di cartone, salvo che usano armi reali. L’Africa è fuori controllo, è laggiù, lasciamoli a loro e alle loro questioni, non ci vogliono, ci odiano.
L’Africa è il vaso che contiene i nostri sensi di colpa, la storia giudicherà il nostro tempo e la nostra responsabilità. È la terra da redimere attraverso le nostre religioni e il nostro modo di vedere il mondo, per redimere anche noi stessi attraverso la sua redenzione spirituale. È il luogo ove senza consapevolezza riproduciamo la nostra parte peggiore, quella parte che sta agonizzando anche in occidente, quella visione dell’Uomo ipocrita e non evoluta, un Uomo che ha belle parole e meravigliose ideologie da dare in pasto alle menti semplici, ma che in realtà non vuole crescere, non vuole il reale sviluppo interiore dell’essere umano. In Africa vanno molti uomini e donne occidentali che hanno ben chiaro questo concetto e che lavorano con impegno, ma anche una massa di fanatici religiosi che oramai obsoleti in occidente trovano terreno fertile in quelle terre.
L’ultimo viaggio papale ne è un esempio, vergognoso, nei confronti di tutti quegli uomini e donne cristiani che in Africa fanno davvero un buon lavoro: un ennesimo raduno mediatico con i capi di governo in primo piano e con le patetiche riunioni di masse triste e senza entusiasmo. Con un Papa che parte dai suoi dogmi occidentali senza vedere la realtà delle strade e fa discorsi filosofici sull’uso del profilattico. E’ la Chiesa e le persone di buona volontà ad essere umiliati da tutto questo.
Il Mondo è uno solo, quando cominceremo a comprenderlo davvero? Quando cominceremo davvero a comprendere la globalizzazione? Siamo tutti legati e se il mio vicino ha la tubercolosi e l’aids, o se si incasina perché non capisce il senso della democrazia, questo è un mio problema in casa mia, adesso e qui!
Il Mondo migliorerà se troveremo la forza di migliorare noi stessi e di lasciare che le forze di crescita, che agiscono da sempre nell’umanità, si liberino e diventino più forti dei vincoli dogmatici e religiosi.

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