DOXA (opinione)

La parola “Doxa” serpeggia come un’ombra leggera tra le righe della storia dell’umanità, fondendosi nell’intrico della mente umana, tra i sentieri polverosi della filosofia antica e gli abissi di ciò che è tacitamente accettato. Emerge dalla terra dei filosofi greci, suscitando immagini di dialoghi animati nelle agorà di Atene, dove l’opinione incontrava la ragione in una danza eterna di pensiero.

Nel giardino delle idee, la doxa è quella pianta selvatica che cresce senza essere seminata, svelando i suoi fiori al primo raggio di sole ma nascondendoli alla prima sfida del vento. Non ha le radici profonde dell’episteme, che scavano nella terra in cerca di verità.

Al cospetto dell’immensa tela tessuta da Arachne, ci rendiamo conto di quante storie siano state modellate dalla superficiale doxa, quante narrazioni siano state guidate dalla paura di sfidare ciò che è dato per scontato. Arachne, però, non si limita a riprodurre semplici motivi. Ogni filo che tesse, ogni figura che disegna, è una sfida all’opinione non esaminata, un inno al coraggio intellettuale.

Nel mondo complesso e intricato in cui viviamo, la tentazione della doxa è sempre in agguato, pronta a offrirci risposte semplici a domande complesse. Ma, come Arachne, siamo chiamati a guardare oltre, a tessere le trame della nostra comprensione con cura e dedizione, a cercare la verità al di là delle facili certezze.

E così, mentre il mondo intorno a noi continua a cambiare, la lezione di Arachne rimane immutata, un monito eterno sulla necessità di guardare oltre le apparenze, di sfidare la doxa e di cercare una comprensione più profonda del mondo. Perché, alla fine, è solo attraverso questo processo di continua ricerca e riflessione che possiamo sperare di comprendere veramente la realtà che ci circonda.

Sauro Tronconi

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