Un individuo narcisista ed egoico, spesso in modo inconsapevole, piega la relazione ai propri bisogni, trasformando ciò che dovrebbe essere uno scambio reciproco in un percorso a senso unico. Se rende felice l’altro, non lo fa tanto per promuoverne il benessere, quanto per trarne un vantaggio personale, alimentando la propria immagine di “partner ideale”. In questo schema, l’altra persona diventa uno specchio che rimanda costantemente conferme e gratificazioni, ma al prezzo di una dipendenza emotiva soffocante.
Sul piano spirituale ed emozionale, questa dinamica rivela un vuoto interiore: chi manipola non è realmente capace di amare in senso profondo, perché è prigioniero di un bisogno costante di approvazione. Le conseguenze di tale atteggiamento non si limitano alla coppia: i figli, se presenti, crescono in un clima malsano, imparando a confondere l’amore con l’ansia di doversi sempre dimostrare all’altezza. L’assenza di un autentico rispetto reciproco finisce così per negare ai bambini la possibilità di interiorizzare un modello relazionale sano.
Per rompere il ciclo, è necessario riconoscere la natura distruttiva di queste relazioni, coltivare l’autostima e sviluppare una consapevolezza che consenta di distinguere tra l’autentico amore — libero e responsabile — e la manipolazione mascherata da affetto. Uno sguardo onesto su di sé e sul proprio modo di relazionarsi, insieme a un solido sostegno esterno (amici, terapeuti, familiari), rappresenta la chiave per ristabilire quell’equilibrio emotivo che permette di vivere relazioni realmente appaganti.
Sauro Tronconi