Il tempo, ah, il tempo!

È un fiume che scorre inarrestabile, ma non con il ritmo uniforme di una corrente che incalza, piuttosto con l’andamento capriccioso di un valzer composto dal vento. A volte ci sembra un nemico crudele, divoratore di momenti e di ricordi, altre volte si dimostra un compagno silenzioso che si insinua nelle pieghe delle nostre giornate, nelle fessure del nostro essere.

È nella natura umana desiderare di imprigionare il tempo, di incapsulare i suoi momenti in eterno. Fissiamo gli istanti in quadri, nelle lettere, nei diari, eppure, si sfugge sempre, si dissolve come sabbia tra le dita. E nonostante la sua inafferrabilità, il tempo ha il potere di vivere nuovamente, di resuscitare, di scolpire a nuovo la realtà che abbiamo conosciuto.

È nel ritrovare un vecchio oggetto, nell’assaporare un gusto dimenticato, nel riaprire un libro molto amato, che il tempo perde la sua linearità e diventa un cerchio, un luogo in cui passato, presente e futuro convergono in un unico, inafferrabile istante. Allora il tempo non è più un nemico, ma un amico gentile che ci permette di visitare nuovamente i momenti della nostra vita che credevamo perduti per sempre.

Ed è in questi momenti che comprendiamo la verità del tempo: non è lineare, ma molteplice. Non è una fredda sequenza di secondi, minuti e ore, ma un tessuto ricamato di sensazioni, emozioni e ricordi. Così, quando parliamo del tempo, parliamo della vita stessa, nelle sue molteplici, meravigliose forme.
Sauro Tronconi

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