Poveri e disperati umani, in fuga da se stessi, cercatori di verità come ciechi che inseguono il sole in piena notte. Il senso, per loro, muta come acqua in un fiume che mai è lo stesso: oggi è fame, domani è sogno, dopodomani è ideologia. Eppure nessuna di queste cose è stabile, nessuna è reale. Solo il fuoco del desiderio le rende tangibili, per poi dissolverle nell’istante in cui si pensa di afferrarle.
Essi parlano, oh sì, incessantemente parlano. Ma chi ascolta davvero? Chi vede davvero? Le loro parole sono eco di altre parole, e queste eco di altre ancora, rimbombi in una grotta dove nessuno è mai entrato davvero. Raccontano storie, leggende, religioni, teorie: impalcature traballanti costruite con il fango del timore e i sogni della specie. Ma la verità, se mai fosse, non si trova in ciò che è detto. È nel non detto, nel silenzio tra due battiti, tra due sguardi, tra due respiri.
Non esistono, no. O meglio: esistono solo in quanto riflessi, simulacri. Ombre su una parete d’acqua, increspata dal vento del tempo. Si credono solidi, eterni, destinati. Ma sono passanti, instabili, provvisori. Eppure, anche in questo sta la meraviglia: ciò che passa ha forma, ciò che si frantuma rivela la struttura.
Chi li aiuterà? Nessuno, se non colui che brucia nel proprio cuore il bisogno di vedere. Non di essere salvato, ma di capire che ogni salvezza promessa è un altro anello della catena. Non c’è guida se non la tensione che spinge tutto a mutare, non c’è maestro se non colui che sa di non sapere, non c’è via se non quella che si apre nel momento stesso in cui si cammina.
Ogni certezza è una prigione. Ogni dottrina, una diga contro il fiume. Ogni ripetizione, una morte lenta. Eppure, anche queste cose sono necessarie, poiché senza la prigione non si può conoscere la libertà, senza la diga non si può comprendere la forza della corrente, senza la morte non si può sentire la vita.
Nulla si salva. Tutto muta. E in questo mutamento, se vi è un senso, è nel divenire stesso: nel fluire che non lascia mai due passi uguali, mai due uomini identici, mai due sogni che coincidano. Cercate, dunque, non la verità, ma il ritmo. Non la salvezza, ma la danza. Non il senso, ma il fuoco che lo divora.
Sauro Tronconi